La nostra Fraternità ha raggiunto un tale raggio di espansione voluta dal Signore che ogni scelta deve essere fatta nel discernimento più profondo guidato dal Signore che tramite i responsabili opera i Suoi interventi; questo me lo ha comunicato il segretario del Vescovo questa mattina. Io tremo sempre dinanzi a scelte fatte dall’uomo e quello che sto per dirvi è perché vi voglio bene e voglio il vostro bene e da parte mia è tutto frutto di preghiera, di riflessione, di confronto e anche di questa lunga esperienza.
Io vorrei invitarvi tutti, carissimi, a riflettere sul tempo che stiamo vivendo, pericoloso, a cui dobbiamo riflettere sulla nostra unità, sulla comunione da rinforzare per non rimanere confusi. Non possiamo pensare una Fraternità della “Visitazione” tutta frastagliata o pluralistica, non possiamo inventare una Fraternità della “Visitazione” fatta di piccoli grandi Cenacoli sparsi ormai in tante parti d’Italia, indipendenti; dobbiamo pensare ad una Fraternità unita, in comunione con Dio, con la Chiesa e tra di noi; diversamente la “Visitazione” finirà per annacquarsi nel suo apparire; nessuno si deve sentire solo o isolato dagli altri.
Questo è il senso di responsabilità che dobbiamo sentire tutti; non ci si salva da soli, nessuno si salva da solo. Questa è la nostra responsabilità. Servire il Signore vuol dire lavorare per Lui, non per la nostra gloria, non per il potere e per nessun altro motivo umano. Ecco perché vorrei che ne prendessimo coscienza di questa nostra responsabilità. Il Signore non ci ha chiamato per scherzo, Dio è serio quando chiama, ma vuole che i Suoi doni non vadano sperperati. Lui ci chiama perché ci vuole servitori, capaci di unità; ciò che mi stupisce di più è che poche famiglie chiamano in Fraternità per sentire come va, cosa possiamo fare insieme in questo momento di pandemia. Dio ci vuole testimoni, con Dio non si scherza. Sì, lo dico a voi che siete sicuramente coscienti della scelta fatta e responsabili di un cammino meraviglioso a cui ci ha invitati il Signore Gesù. Oggi il mondo non ha bisogno di bravi oratori, ma di testimoni autentici.
Fratelli, cerchiamo di mantenere l’unità, invitatevi tra famiglie, parlate di Dio, raccontatevi le vostre esperienze; questi sono i veri cristiani, questo è il sogno di Dio, che stiamo uniti, che lavoriamo unicamente per Lui e per le anime. Alla luce di quanto abbiamo detto per predisporci sempre più a servire il Signore, in comunione gli uni gli altri, occorre oggi, nella situazione attuale, metterci nelle condizioni di innamoramento del Signore. Io spero che tutti abbiate capito che stiamo andando verso un futuro in cui non si può far leva su niente se non in Lui. Noi dobbiamo vivere sotto l’azione dello Spirito, folgorati dalla Sua Volontà, diversamente non concluderemo nulla, ma perderemo solo tempo e arriveremo a considerare questa Opera, grande dono di Dio dato ai Suoi figli per ripararli dalle più grandi sofferenze, un’Opera qualunque, a cui possiamo aderire, o rigettare quando ci pare e come ci pare. No, questo non è il piano di Dio pensato per noi; Lui ci ha pensati uniti, ci ha pensati figli prediletti, obbedienti alla Sua Parola e testimoni del Suo Amore. Primo che cosa significa servire, secondo come si attua questo servizio, terzo quali sono i servizi? Allora, che significa servire, qual è il modello del servizio? Il termine servire in ebraico vuol dire schiavo di un Padrone il quale ne dispone a piacimento. Questo indica anche un certo tipo di rapporti che l’uomo deve avere nei confronti di Dio. Noi oggi, rischiamo di essere schiavi di uomini che ci vogliono privare della nostra libertà, mentre Dio ce la vuole dare la vera libertà, forse questo non l’abbiamo ancora ben capito. Se non stiamo uniti, soprattutto in preghiera, presto saremo costretti a venderci a coloro che si presentano come salvatori della nostra vita. Sappiamo che nella Sacra Scrittura il Signore “invoca la liberazione degli schiavi e degli oppressi”. Noi dobbiamo rimanere uniti per non rimanere incastrati dentro ad un dominio demoniaco e menzognero di coloro che si sentono chiamati ad essere i salvatori dell’umanità. Noi conosciamo un Unico Salvatore, Gesù Cristo e solo a Lui vogliamo obbedire. Cristo si è fatto Servo di tutti, ultimo di tutti per liberarci da ogni tipo di schiavitù, “umiliò Se stesso assumendo la condizione di Servo, divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana umiliò Se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”. Questo è Gesù. S. Paolo si è fatto servo di tutti per guadagnare il maggior numero di anime. Allora, noi guardiamo questo Gesù, contempliamo questo Volto, adoriamo il nostro Salvatore e liberatore. L’autentico servitore è Gesù, il vero modello è Lui. Se noi non ci conformiamo a questo modello, il nostro servizio può essere precario, può essere dannoso e oggi dobbiamo aprire gli occhi per non rimanere ingannati.
L’Opera che Dio ci ha dato da compiere è grandiosa e noi ancora, forse, non riusciamo a coglierne l’immensità, la grandezza e la profondità. Guai a noi se viviamo con superficialità o tiepidezza questo dono. Sappiate che noi abbiamo l’obbligo di salvare tutte le anime che Gesù ci affida, perché sono Sacre e sono redente dal Suo Sangue. Le anime hanno bisogno della nostra collaborazione. Gesù si è messo in mezzo a noi come uno che serve.
Il Vangelo di Luca 22,27 dice: “chi è il più grande? Chi siede a tavola o chi serve? Non è forse colui che siede a tavola? Ora Io sto in mezzo a voi come uno che serve”. Vi scrivo questo non perché non sono contenta di voi, ma per avvertirvi affinché non abbia ad accadere che qualcuno si intiepidisca e non consideri più questa chiamata di predilezione come un regalo del Signore o addirittura come un peso. Se fosse così, il primo a subire il male sarebbe colui che vive in questo modo. Sia questo tempo un tempo di grande riflessione e di ringraziamento per il grande dono che Dio ci ha fatto pur conoscendo la nostra debolezza e fragilità. Questo è l’augurio che vi faccio per una S. Pasqua di vera Resurrezione. La luce di Cristo dissipi le tenebre che ci avvolgono.
Vi voglio bene.
M. Luigina