L’AMORE FECONDO SIMBOLO DELLE REALTÀ INTIME DI DIO
Seconda parte
(video)
Allora, abbiamo visto che la coppia e la famiglia è via all’esperienza e alla conoscenza di Dio. Io posso conoscere Dio ascoltando qualche bella predica, leggendo qualche libretto, tutte cose buone, ma posso conoscere Dio attraverso la mia vita di coppia, ancora di più, posso fare esperienza di Dio attraverso la mia vita di coppia: la coppia che si ama è l’immagine vivente capace di manifestare il Dio Creatore e Salvatore.
Voi due siete abilitati a esprimere il Dio Creatore e Salvatore: l’amore fecondo (dice il Documento) viene a essere simbolo delle realtà intime di Dio. Pensate a quale grandezza siete chiamati voi due con i vostri difetti, con i vostri limiti, siete chiamati a manifestare le cose intime di Dio, cioè l’intimità di Dio può essere manifestata attraverso la coppia cristiana.
Allora, la relazione feconda della coppia diventa un’immagine per scoprire e vivere il mistero di Dio. Pensate a quanta gente che non crede in Dio perché lo pensa un Dio lontano, un Dio che non ha niente a che fare con la nostra vita; voi coppie potete dissipare questi dubbi, se vivete coscienti della vostra missione, potete essere il salvataggio di tante famiglie stanche e provate.
Voi potete aiutarle a scoprire il mistero di Dio, ma che cos’è il mistero di Dio che è fondamentale nella visione cristiana e contempla la Trinità che è comunione d’Amore e la famiglia è il suo riflesso vivente.
Allora, lo straordinario è che io posso scoprire qualcosa di Dio dentro la mia esperienza di coppia. Io credo che tutti voi leggiate libri di spiritualità, il Vangelo o altre cose che vi parlano di Dio, ma sapere che io ho la possibilità, ventiquattro ore al giorno, di scoprire qualcosa del mistero di Dio, è sconvolgente. Certo, però, se io non mi tengo legato a Lui, non potrò mai fare esperienza; se non attacco la spina alla corrente, posso ben girare l’interruttore, ma la luce non funzionerà mai. Pensate: voi due coniugi non siete estranei all’essenza Divina, questa è un’autostrada che vi permette di entrare nel cuore di Dio. Allora invochiamo il dono della Sapienza perché ci aiuti a non intraprendere strade sbagliate che ci portano lontano da questo mistero.
La fecondità stessa della vita di coppia è contemplata dentro l’immagine e somiglianza di Dio e non è una conseguenza. Cioè, la coppia è immagine visibile ed efficace, sì, segno visibile dell’atto creatore: non è che chi ha figli è fecondo e chi non li ha perché non arrivano non è fecondo, no. Quando una coppia vive dentro il mistero di Dio è una coppia feconda di vita in qualsiasi ambiente, in qualsiasi situazione. Però, se una coppia vive solo per se stessa, fuori non è altro che guardata per come veste, per la macchina che ha, per il lavoro che fa, e appena viene meno questo stato di vita, non conta più niente.
Allora, essere immagine di Dio vuol dire essere distributori di vita, creatori di vita. Per capire se sono creatore di vita, devo chiedermi: quante persone faccio star bene attorno a me? Questo vuol dire essere fecondi. Allora la famiglia ci ricorda che è il luogo dell’accoglienza e il dono dei figli. La parola che compare di frequente nell’Antico Testamento è “figlio”, è un vocabolo che in ebraico vuol dire “costruire”, costruire la casa, perché la fecondità costruisce la casa.
Allora, i genitori, e la famiglia è il luogo dove i genitori, per primi, diventano maestri di fede per i loro figli: è così che le generazioni ritorneranno al Signore; la famiglia è il luogo dove i genitori diventano i modelli da seguire per i figli.
Allora i figli sono dono e come tali sono destinati a costruire una grande famiglia. Che destino avranno i nostri figli? Di solito desideriamo che abbiano la laurea, un buon lavoro, che si sposino, che abbiano figli perché si desidera diventare nonni… ecc. Tutte cose buone. Ma finisce tutto qua. Allora a cosa sono destinati i vostri figli? Il Vangelo ci ricorda che i figli non sono proprietà della famiglia, ma devono seguire il loro personale cammino; come Gesù è stato in obbedienza ai suoi Genitori terreni, anche i vostri figli devono stare a voi sottomessi; solo la scelta di vita del figlio e la sua vocazione cristiana possono realizzare un distacco per dare la propria dedizione al Regno (dicono i Documenti).
Gesù stesso risponde a Maria e Giuseppe che ha una missione più alta da compiere al di là della sua Famiglia, però Gesù esalta la necessità di altri legami più profondi anche dentro le situazioni familiari. Infatti dice Gesù: “Mia Madre e i Miei fratelli sono questi che ascoltano la Parola di Dio”. Sì, Gesù ritiene che il rapporto con Dio e con i fratelli è più profondo di qualsiasi altro rapporto; sì, perché con tutti i fratelli siamo uniti con il vincolo del sangue di Cristo e con lo Spirito Santo.
Ecco, i genitori sono chiamati a informare i figli che la Domenica si va alla Santa Messa per incontrare i nostri fratelli/sorelle perché siamo chiamati a formare quella famiglia, la famiglia di Dio. Allora, la prima Chiesa è nata all’interno di una casa e lo spazio vitale di una famiglia si può trasformare in Chiesa domestica; è lì che Gesù siede alla stessa mensa.
Questa è un’altra dimensione della famiglia. Allora qui Gesù c’interroga: “La mia famiglia che dimensione vive? Solo noi e i nostri figli?”. Ma la dimensione della famiglia di Dio è quella di una famiglia grande, perché questa è la famiglia che dobbiamo costruire per il “dopo”.
Gesù dice: “Se qualcuno ascolta la Mia voce, lo verrò da lui e cenerò con lui.”; è così che si delinea la propria casa con all’interno la benedizione di Dio.
La preghiera comune attira la benedizione del Signore; è per questo che vi chiedo di essere puntuali, perché il momento più importante è la preghiera comune. Devo avere la consapevolezza che la mia famiglia abita questa terra ma è già proiettata di “là”, cioè siamo noi famiglia, ma siamo già dentro a un’altra famiglia; dobbiamo tener presente che il rapporto Chiesa, Regno di Dio e famiglia è strettissimo.
Solo coloro che vivono questa dimensione verranno riconosciuti dal Padre, coloro che si ricordano che sono membra di un corpo. Nella famiglia ci sono anche difficoltà, sofferenze, ma tutto questo è dentro alla storia di Dio, è dentro alla Parola di Dio; sì, nella Parola trovi ogni risposta e trovi anche la tenerezza di Dio.
La tenerezza è tanto ignorata in questi tempi frenetici, ma è una virtù fondamentale per dar vita all’amore; non sono le urla, la violenza che aiutano a ragionare, ma è quel gesto di tenerezza che dà vita alla vita di famiglia.
L’autoritarismo non ci fa essere superiori, ma è la tenerezza che da autorità alla persona (Sal. 131): l’unione tra il fedele e il suo Signore, dice il Salmo, si esprime con tratti dell’amore paterno e materno. Qui il Salmo parla dell’intimità che si esprime tra la madre e il suo bambino: è un’intimità consapevole e non soltanto biologica perciò il salmista dice: “Io resto tranquillo e sereno come un bambino in braccio a sua madre.”
Ricordiamo ancora la Parola di Dio del Profeta Osea che dice queste parole commoventi su Dio: “Quando Israele era fanciullo e l’ho amato, gli insegnavo a camminare tenendolo per mano, Io lo traevo con legami di bontà e con vincoli d’amore, lo ero per loro come uno che solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare”.
Cerchiamo allora questa Parola e godiamo della tenerezza che Dio ha per noi. Certo che in una coppia che non sa mai cogliere le tenerezze della moglie o del marito, sarà difficile che si accorga delle tenerezze di Dio, ma chi si affina nell’anima sa cogliere le tenerezze di Dio e la tenerezza di Dio si manifesta nella coppia: la Parola di Dio forma cuori teneri.
Nel tesoro della famiglia di Nazareth ci sono tutti gli avvenimenti delle nostre famiglie che Maria conserva rigorosamente, e Maria stessa vi aiuta a interpretarli per conoscere nella vostra storia di famiglia il messaggio di Dio.
Ecco, facciamo riferimento alla famiglia di Nazareth dove si realizza l’ideale della famiglia grande. Maria e Giuseppe non considerano Gesù come Figlio unico, ma aprono la porta ad altri figli, che sono la Chiesa. Allora, con Maria possiamo riconoscere nella nostra storia il messaggio di Dio. Qui scatta una domanda: ma noi due che cosa stiamo portando avanti del messaggio di Dio? Che dono ha dato a noi Dio, il Signore, da offrire agli altri? Ogni coppia ha una sua originalità, è un qualche cosa di unico. Io lo vedo guardandovi; ma allora noi che cosa stiamo dicendo, per che cosa siamo fatti, in che cosa diciamo la bellezza di Dio?
Ognuno di voi ha una propria bellezza data da Dio per donarla ai fratelli; allora, con questo sguardo di bellezza, contempliamo la famiglia come dono di Dio che Lui affida nelle mani dell’uomo: l’attività educativa è un riflesso dell’Opera, dell’azione del Padre nella coppia.
La famiglia, dicono i Documenti e le vostre Regole, è chiamata a condividere la preghiera quotidiana, la lettura della Parola di Dio e la Comunione Eucaristica per far crescere l’amore e costruire sempre più in voi il tempio dove abita lo Spirito Santo.
Allora il Signore vi sta dicendo, oggi, che pregando la vostra famiglia diventa più bella, emana luce, e porta figli dentro al Regno della Divina Volontà.
A questo punto, davanti al Signore, non potete stare tranquilli se non pregate.
Allora, la Parola di Dio vi dice che pregando la vostra vita di coppia aumenta in bellezza, ma non sbrodolando preghiera, ma pregando con affetto, cercare nella Parola di Dio cosa pensa il Signore di voi due: voi consultate un sacco di persone, ma consultate il Signore?
Ecco poi l’Eucarestia, che cos’è? È corpo dato per amore: allora, che cos’è la coppia? È corpo dato per amore, che non vuol dire solo fare l’amore, ma vuol dire essere amore in tutte le situazioni.
Allora questo fa crescere l’amore e convertirsi sempre più perché la vostra vita sia tempio dove abita lo Spirito Santo e così in casa vostra c’è qualcosa che sa di Dio, e non sono i figli, ma siete voi due.
Allora, voi siete preoccupati che emerga dalla vostra famiglia la bellezza di Dio che è dentro di voi? O siete chiusi a questa bellezza che Dio si aspetta da voi?